Bertolucci e i burattini

Riccardo Pazzaglia • gen 07, 2024

La poetica e la politica tra Parma e Bologna

Il barbiere di Siviglia”, “Tutto nel mondo è burla” e “Fagiolino, Sganapino e le ocarine di Budrio”, sono tre titoli del repertorio che porto in scena in collaborazione con il Gruppo Ocarinistico Budriese. Collaborazione nata grazie all’interessamento del musicologo, amico e maestro Stefano Zuffi. Proprio per introdurre questi spettacoli e sottolineare il clima di fermento culturale in cui sono nati si fa riferimento a una pellicola cult del cinema internazionale: il colossal, del 1976, “Novecento” di Bernardo Bertolucci. Proprio come quel film racchiude nella sua narrazione i burattini e le ocarine, due elementi popolari delle terre emiliane, così i tre spettacoli citati si basano proprio su questi due ingredienti, ovvero teste di legno e flauti di terracotta ne sono i protagonisti. Sempre nel capolavoro di Bertolucci, oltre alle scene di festa, l’ocarina si ritrova in un momento intimo di una povera famiglia contadina in cui si suona per far passere la fame. L’altra scena, per me molto importante, che cito anche nel mio libro ‘Burattini a Bologna. La storia delle teste di legno’, è quella in cui i protagonisti si ritrovano in una piazza di paese d’avanti ad un teatrino, in scena Fagiolino e Sandrone, due paladini che in poche battute snocciolano la questione eterna della loro misera situazione, protestando contro due gendarmi che non vogliono sentire ragioni e stanno per arrestarli: subito Fagiolino e Sandrone estraggono il bastone e sono legnate; l’ovazione del pubblico è inevitabile, tra la chiassosa folla si stagliano però le figure (in carne e ossa) di due gendarmi a cavallo, pure loro hanno ascoltato attentamente la farsa, e a colpi di spada non esitano a smantellare il casotto e ad arrestare i burattinai. Nello specifico la compagnia che fu arruolata nel cast era niente meno che quella dei ‘Ferrari di Parma’ e uno di loro, Luciano, fu scelto anche per incarnare il malinconico personaggio che alla stazione accompagna, con il suono del suo organetto, la partenza del treno e di Olmo bambino.

Ancora, in occasione dei mondiali che si svolsero in Italia nel 1990 l'Istituto Luce, sotto il patrocinio del Ministero per il Turismo e lo Spettacolo, commissionò a dodici registi altrettanti corti per raccontare le città che ospitarono le fasi finali dei mondiali. Ne nacque un film collettivo, "12 registi per 12 città". Giuseppe e Bernardo Bertolucci raccontarono poeticamente la scoperta di Bologna attraverso gli occhi dei bambini. L’anno precedente, nel 1989, terminano le riprese e ancora i burattini sono scelti per incarnare nel film non solo una peculiarità della città, riportandoli in quella piazza maggiore che storicamente li ha visti protagonisti per decenni, ma anche per sottolinearne una matrice marcatamente popolare e, in questo caso, anche profondamente onirica e simbolica. Quasi un’incarnazione del linguaggio dell’anima che si incontra e dialoga con la sensibilità dei bambini. La compagnia qui protagonista è ‘La Risata’ di Demetrio Nino Presini e con il suo Balanzone compare nelle sequenze inziali. Da quegli anni, in cui in Sala Borsa resisteva il teatro stabile dei burattini con Presini e Sara Sarti, qualcosa di tangibile oggi è rimasto ovvero tutti i burattini di Presini, compreso quel burattino (Balanzone) comparso nel film dei Bertolucci, sono ancora visibili nella nostra collezione.Nuovo paragrafo

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