Flemma

Riccardo Pazzaglia • 13 settembre 2025

Il burattino che rallenta il tempo

Tra i personaggi della burattineria bolognese, Flemma occupa un posto particolare. Considerato un “burattino minore”, non per mancanza di valore ma per la sua natura secondaria nelle trame, nasce nel 1875 dalla fantasia di Angelo Cuccoli, che lo ideò con un intento molto pratico: allungare la durata delle commedie e delle farse.

Il suo stesso nome racconta la sua indole: Flemma è placido, rilassato, eccessivamente lento in ogni sua azione e parola. La sua voce è fioca e cantilenante, quasi piagnucolosa, e il suo modo di parlare dilatato spezza i ritmi della scena, creando un effetto comico e insieme surreale.

Scapolone impenitente, Flemma vive con la vecchia madre, che lo vizia nutrendolo a base di castagnacci, dolce rustico di cui è golosissimo. Nelle farse lo si incontra spesso con ruoli legati ai mestieri umili: sarto o beccamorto, incarichi che si addicono al suo carattere dimesso e al suo andamento sempre un po’ impacciato.

Nonostante non sia un protagonista di primo piano come Fagiolino o Sganapino, Flemma ha saputo conquistarsi un posto nell’immaginario popolare. La sua lentezza diventa una caricatura bonaria delle piccole debolezze quotidiane e, nel ritmo scanzonato del teatro di burattini, un’occasione per far sorridere il pubblico, ricordandogli che anche chi vive “con calma” ha un ruolo da giocare nella grande commedia della vita.