Gendarme - tuburattino

Agli albori della scuola petroniana, ricorre la figura di un certo Cattera che poi Augusto Galli fisserà nei suoi copioni affidandogli sempre più spesso i ruoli di gendarme, guardia, piantone e messo. Si suppone, quindi, che questo personaggio rappresenti le basi per la futura caratterizzazione del carabiniere meridionale. Da sempre presente nei teatri di burattini di molte regioni, nei casotti bolognesi diventa Ghíttara Spadàcc. A seconda della conformazione della compagnia, alcuni burattinai hanno preferito portare in scena due gendarmi, in quel caso Ghìttara e Spadàcc erano i nomi dell’uno e dell’altro. “Ghìttara” può ricordare il vocabolo bolognese ghéttel (solletico), mentre “Spadàcc” fa riferimento alla spada, l’arma del gendarme. Porta sempre la divisa che può variare nei colori e nelle epoche. Il volto del personaggio è caratterizzato da folti baffoni neri e ha le sopracciglia aggrottate, per apparire truce. In realtà è un tipo divertente, che finisce sempre per essere vittima delle bastonate degli avversari. Parla con accento meridionale più diffusamente il romanesco e il napoletano.